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Comune Sicuro vuole realizzare un Framework che mette a disposizione dei Comuni Italiani una serie di tools per gestire al meglio i Piani di Protezione Civile. Ogni comune deve avere ed essere in grado di gestire i Piani di Protezione Civile Comunali. Proteggere il proprio Comune è un impegno che tutti debbono perseguire, una esigenza che bisogna imparare a soddisfare. Quando una calamità o una emergenza ci coinvolge capiamo che tutti hanno qualcosa da fare e possono dare il proprio contributo. Seguire piccole e semplici regole, condividere i modi di operare può cambiare il corso degli eventi. Essere tutti collegati e consapevoli di quello che accade intorno a noi può fare la differenza.

Research
Research Items (16)
Project – Protezione Civile 2.0 : Progetto Comune Sicuro
Update
Articolo Pubblicato su Mattino 4.0
Mattino 4.0, piazza dell’innovazione – Inserto scientifico del quotidiano
Il MATTINO
Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione Nazionale del 30 Gennaio 2018
Utilizzare la tecnologia oggi disponibile e renderla utilizzabile in modo semplice e intuitivo può creare un flusso di informazioni utili al governo degli eventi e creare un sistema condiviso alla base delle attività quotidiane che poi, in situazioni di emergenza, possono fare la differenza
Project – Protezione Civile 2.0 : Progetto Comune Sicuro
Update
Via alla Protezione Civile 2.0
Campania Capofile con l’app
I cittadini-sentinella in prima fila contro i rifiuti pericolosi
Project – Protezione Civile 2.0 : Progetto Comune Sicuro
Update
Via alla Protezione Civile 2.0
Campania capofila con l’app
I cittadini sentinella in prima fila contro i rifiuti pericolosi
Impressioni della società civile sui risultati raggiungibili
Meccatronica

Meccatronica

IPV6

Risuonano nella mia mente le parole del direttore generale della LUISS : “7 ragazzi su 10 che si iscrivono a scuola faranno un lavoro che ancora non esiste”. Tutto cambia. Sto scrivendo questo articolo dettandolo a voce mentre faccio un giro virtuale su una bicicletta che conta in tempo reale battito cardiaco, calorie consumate e mi fa leggere il testo dettato segnando le parole che ritiene utili cambiare mentre in cucina qualche elettrodomestico è in attesa che io finisca di pedalare per far uscire il caffè. Sono da poco passate le vacanze di Natale e credo che i miliardi di dollari spesi su Alibabà siano stati consegnati in tutto il mondo. Milioni di dispositivi elettronici per uso personale ormai sono tutti in funzione per dirci quanti passi facciamo, se possiamo concederci un dolcetto o se dobbiamo invece scendere due fermate prima per fare 1 km a piedi perché abbiamo camminato poco. Il mondo sta cambiando. Lo vediamo al bar dove nessuno parla più ma tutti sono chini sui loro cellulari a mandare messaggi ed a scrivere su telefonini che ci fanno anche correzioni imbarazzanti. Siamo nel pieno di una rivoluzione ed in pochi se ne sono accorti. L’era digitale ormai è nella sua versione 2.0 e questo porta il numero delle rivoluzioni industriali a 4. Infatti la prima rivoluzione industriale non aveva il digitale ma il vapore come elemento scatenante. I primi motori che hanno fatto muovere meccanismi con acqua, vento e vapore hanno creato le prime industrie. Poi l’elettricità, dopo un paio di secoli, ha dato vita alla seconda rivoluzione. La terza ha atteso solo qualche decennio ed il tema scatenante è stata l’informatica. Oggi invece il motto di questa quarta rivoluzione ha tanti nomi : IoT, OpenData, BigData, WiFi, Social Network e tanti altri ancora. Ma abbiamo ben capito cosa sarà e cosa comporterà questa nuova rivoluzione ? Non sarà solo un modo per far parlare le varie componenti di una catena di montaggio tra loro ma qualcosa di molto più importante. Gli operai non saranno più come quelli che siamo abituati a vedere. Un tecnico saldatore non dovrà più portare tute e lamiere protettive da decine di chili ma avrà il camice bianco e, allo schermo di un computer, verificherà le temperature di fusione della punta saldante e lo spessore di una saldatura di precisione. Controllerà la telemetria di robot che invece verniciano, saldano, uniscono e incastrano componenti con precisione millimetrica. Si, è vero, qualcuno crede che Industria 4.0 sia questo. Di sicuro questo è parte di Industria 4.0 ma il discorso va molto oltre. Dicevamo che Alibabà, durante l’ultimo black friday, in un solo giorno ha venduto oltre 17 miliardi di $ di prodotti. Ormai la più grande azienda al mondo di noleggio auto non possiede auto. La più grande azienda fitta-case al mondo non possiede case come altri network che stanno consolidandosi nel commercio globale. Uber, Airbnb, Amazon, Google. Il modello commerciale sta cambiando e bisogna adeguarsi. Ufficio vendite di una azienda 4.0. Dal sito internet arriva una segnalazione ed il sistema smista la richiesta. Arriva ad un operatore che ha 20 minuti per richiamare il potenziale acquirente ma i 20 minuti non serviranno per effettuare la chiamata. Vengono usati per profilare il potenziale cliente e capire quale possa essere la migliore offerta da fargli. Viaggia molto o fa vita casalinga, frequenta locali economici o costosi, veste abbigliamento di marca o economico, preferisce la qualità o l’economicità, ha un reddito alto, medio o basso e così via. Un profilo del potenziale acquirente che viene confrontato anche con una serie di esigenze e di opportunità commerciali per offrirgli l’auto nuova a rate ed una settimana bianca in omaggio, visto che ieri ha postato su FaceBook che vorrebbe regalarsela per il suo compleanno. Capirete che la rete ed i Big Data porteranno a questo e a tanto altro ancora. L’ufficio vendite non venderà solo auto ma anche viaggi, elettrodomestici, libri, case, vernici, abbigliamento e tutto quello che ci si può ormai immaginare. Non credo infatti che Jeff Bezos, Il numero uno di Amazon sia diventato l’uomo più ricco del mondo per caso. Saper gestire i dati e le informazioni diventerà la chiave del successo o dell’insuccesso nel prossimo futuro, dove prossimo è dietro l’angolo anzi credo stiamo già girando quell’angolo, molti non se ne sono accorti e resteranno dall’altra parte. Ma Industria 4.0 sarà molto ma molto di più. Entriamo in una piazza ed il nostro smartphone fa un trillo, ormai odioso per molti. Dando uno sguardo allo schermo, sono davvero pochi quelli che non resistono, ci chiede di fare una foto al negozio di cioccolatini alla nostra destra, se il ristorante davanti a noi ha l’ingresso per disabili e quali sono i suoi orari. Questo, ora, serve per acquisire dati ed informazioni sul mondo che ci circonda e su come è organizzato in modo capillare. Per ora siamo a livello Orario di apertura, posizione e caratteristiche sommarie del locale. A brevissimo accadrà molto di più. Mio figlio Nino mi dice che stanno per essere lanciati sul mercato dei vestiti che, oltre ad essere fatti di particolari tessuti con caratteristiche da Star Trek, memorizzeranno i movimenti delle persone per capirne le caratteristiche e le abitudini. Gli attuali smartwatch e le scarpe con sensori di movimento saranno, quindi, passato remoto nel prossimo futuro. Le auto cambiano, ormai il sistema di guida automatica è prassi sulle Tesla di Elon Musk, Tom Tom integra la propria tecnologia nelle auto ma anche in tutti gli IPhone del mondo e proprio con loro stiamo studiando come rendere le informazioni sul mondo che ci circonda utili per situazioni di emergenza oltre che di vita quotidiana, come già accade. I prodotti ormai si configurano sul profilo dell’utente, si auto-aggiornano, addirittura si migliorano ed a breve si sostituiranno con una nuova forma di upgrade che sostituirà il prodotto riusando gran parte dei materiali originali. Non pensate che questo accada solo per gli oggetti elettronici ma sappiate che ci sono stampanti 3D in grado di costruire una casa in pochi giorni usando prodotti riciclabili. Progettare, costruire, manutenere, migliorare e portare a smaltimento i prodotti sarà una serie di mestieri completamente diversi da quelli che siamo abituati a vedere e che la nostra memoria ci racconta. Tutto sta cambiando in modo radicale e con questo cambieranno non solo i mestieri ma anche la vita quotidiana di ognuno di noi. Industria 4.0 è tutto questo e tanto di più. In fondo tutti noi nell’arco dei prossimi 15 anni ci lasceremo alle spalle la rivoluzione Industriale 4.0 e vivremo la 5.0 che ci porterà finalmente lontano dalle città a vivere con le nostre famiglie. Rivivremo, spero, il nostro mondo e le ore della giornata lontano dai luoghi in cui si produce. Ma questo sarà un altro articolo che leggeremo molto presto.
Un app per condividere esperienze ed informazioni

QuickPoi dove e cosa

QuickPoi Punti di Interesse

Protezione Civile 2.0-Comune Sicuro 20 Regioni, 7.958 Comuni, oltre 120.000 responsabili di funzione, 44 mila associazioni, 6 milioni di volontari attivi e oltre 31 milioni di ore a settimana. Quanto può costarci non gestire bene i dati e le informazioni e le risorse disponibili ? Molto !!! Se pensiamo che viviamo in un mondo in cui le risorse sono sempre più scarse e che bisogna essere competitivi su tutti i fronti. Oggi i dati e le informazioni giocano un ruolo importantissimo per vivere meglio. La nostra sicurezza e pensare a come rendere più sicuri i luoghi in cui viviamo ed le nostre comunità non fa eccezione. Per questo motivo è nato il progetto Comune Sicuro, dall’esperienza di oltre un decennio di attività del laboratorio geoSDI del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il progetto COMUNE SICURO ha l’obiettivo di voler offrire a tutti i comuni, anche e soprattutto i più piccoli, l’opportunità di poter redarre e gestire un Piano di Protezione Civile. L’idea cardine è rendere utilizzabile una piattaforma nel cloud per un perfetto scambio di dati ed informazioni. Tutto questo per ottimizzare le risorse disponibili e coinvolgere tutti ad essere parte del sistema, siano essi operatori o semplici cittadini. Alla base c’è la realizzazione di un insieme di funzionalità che permette a tutti, ogni giorno, di essere parte integrante del sistema.
Presentazione geoSDI a Città Metropolitana di Napoli
Figure 1. A view of the HELP Early Warning Dashboard.  

Figure 3. A view of the Dashboard focused on the Earthquake Theme.  

Figure 4. Example of details about a Seismic event.  

Figure 5. Example of charts on weather forecast.  

H.E.L.P is an early warning dashboard system built for the prevention, mitigation and assessment of disasters, be they earthquakes, fires, or meteorological systems. It was built to be easily manageable, customizable and accessible to all users, to facilitate humanitarian and governmental response. In its essence it is an emergency preparedness web tool, which can be used for decision making for a better level of mitigation and response on any level.Risks or disasters are not events in our control, rather, they are situations to which we can better manage with a framework based on preparedness. The earlier and more precise the monitoring of hazards allow for faster response to manage and mitigate a disaster’s impact on a society, economy and environment.This is exactly what HELP offers, it plays a main role in the cycle of early warning and risk (Preparedness, Risk, Mitigation, and Resilience). It provides information in real time on events and hazards, allowing for the possibility to analyze the situation and find a solution whose outcome protects the most lives and has the least economic impact. As a tool it also provides the opportunity to respond to a hazard with resilience in mind, this means that not only does HELP prepare for and mitigate events, it can also be used to implement better organizational methods for future events, thus, minimizing overall risk. Providing people with the means to better be able to take care of themselves, lessening the effects of future hazards each and every time. HELP is a tool in a framework which was created to support governments in their efforts to protect their people, building their response efficiency and resilience. HELP (with the name of E.W.A.R.E. Early Warning and Awareness of Risks and Emergencies) was born as WFP (The World Food Program) and IMAA-CNR (Institute of Methodologies for Environmental Analysis of the National Research Council of Italy) entered into a Cooperation Agreement concerning the development of a Geo-Spatial Data Infrastructure System for the Palestinian Civil Defense with the aim of building an enhanced preparedness capacity in Palestine.HELP has a simple and flexible but very effective logic to perform the early warning: Watch to open data sources on risk themes (NASA satellite data, Weather Forecast, world wide seismic networks, etc); Apply (programmable) “intelligence” to detect critical situations, exceeding of thresholds, population potentially involved by events, etc; Highlight critical elements on the map; Send alerts to emergency managers.
Figure 1. A view of the HELP Early Warning Dashboard.  

Figure 3. A view of the Dashboard focused on the Earthquake Theme.  

Figure 4. Example of details about a Seismic event.  

Figure 5. Example of charts on weather forecast.  

H.E.L.P is an early warning dashboard system built for the prevention, mitigation and assessment of disasters, be they earthquakes, fires, or meteorological systems. It was built to be easily manageable, customizable and accessible to all users, to facilitate humanitarian and governmental response. In its essence it is an emergency preparedness web tool, which can be used for decision making for a better level of mitigation and response on any level.Risks or disasters are not events in our control, rather, they are situations to which we can better manage with a framework based on preparedness. The earlier and more precise the monitoring of hazards allow for faster response to manage and mitigate a disaster’s impact on a society, economy and environment.This is exactly what HELP offers, it plays a main role in the cycle of early warning and risk (Preparedness, Risk, Mitigation, and Resilience). It provides information in real time on events and hazards, allowing for the possibility to analyze the situation and find a solution whose outcome protects the most lives and has the least economic impact. As a tool it also provides the opportunity to respond to a hazard with resilience in mind, this means that not only does HELP prepare for and mitigate events, it can also be used to implement better organizational methods for future events, thus, minimizing overall risk. Providing people with the means to better be able to take care of themselves, lessening the effects of future hazards each and every time. HELP is a tool in a framework which was created to support governments in their efforts to protect their people, building their response efficiency and resilience. HELP (with the name of E.W.A.R.E. Early Warning and Awareness of Risks and Emergencies) was born as WFP (The World Food Program) and IMAA-CNR (Institute of Methodologies for Environmental Analysis of the National Research Council of Italy) entered into a Cooperation Agreement concerning the development of a Geo-Spatial Data Infrastructure System for the Palestinian Civil Defense with the aim of building an enhanced preparedness capacity in Palestine.HELP has a simple and flexible but very effective logic to perform the early warning: Watch to open data sources on risk themes (NASA satellite data, Weather Forecast, world wide seismic networks, etc); Apply (programmable) “intelligence” to detect critical situations, exceeding of thresholds, population potentially involved by events, etc; Highlight critical elements on the map; Send alerts to emergency managers.
Figure 1. A view of the HELP Early Warning Dashboard.  

Figure 3. A view of the Dashboard focused on the Earthquake Theme.  

Figure 4. Example of details about a Seismic event.  

Figure 5. Example of charts on weather forecast.  

H.E.L.P is an early warning dashboard system built for the prevention, mitigation and assessment of disasters, be they earthquakes, fires, or meteorological systems. It was built to be easily manageable, customizable and accessible to all users, to facilitate humanitarian and governmental response. In its essence it is an emergency preparedness web tool, which can be used for decision making for a better level of mitigation and response on any level.Risks or disasters are not events in our control, rather, they are situations to which we can better manage with a framework based on preparedness. The earlier and more precise the monitoring of hazards allow for faster response to manage and mitigate a disaster’s impact on a society, economy and environment.This is exactly what HELP offers, it plays a main role in the cycle of early warning and risk (Preparedness, Risk, Mitigation, and Resilience). It provides information in real time on events and hazards, allowing for the possibility to analyze the situation and find a solution whose outcome protects the most lives and has the least economic impact. As a tool it also provides the opportunity to respond to a hazard with resilience in mind, this means that not only does HELP prepare for and mitigate events, it can also be used to implement better organizational methods for future events, thus, minimizing overall risk. Providing people with the means to better be able to take care of themselves, lessening the effects of future hazards each and every time. HELP is a tool in a framework which was created to support governments in their efforts to protect their people, building their response efficiency and resilience. HELP (with the name of E.W.A.R.E. Early Warning and Awareness of Risks and Emergencies) was born as WFP (The World Food Program) and IMAA-CNR (Institute of Methodologies for Environmental Analysis of the National Research Council of Italy) entered into a Cooperation Agreement concerning the development of a Geo-Spatial Data Infrastructure System for the Palestinian Civil Defense with the aim of building an enhanced preparedness capacity in Palestine.HELP has a simple and flexible but very effective logic to perform the early warning: Watch to open data sources on risk themes (NASA satellite data, Weather Forecast, world wide seismic networks, etc); Apply (programmable) “intelligence” to detect critical situations, exceeding of thresholds, population potentially involved by events, etc; Highlight critical elements on the map; Send alerts to emergency managers.
The availability of Earth Observations (EO) in a very short time in the case of natural and anthropogenic disasters is a crucial element in the early warning process, for immediate assistance to the population, as well as for the possibility for later analysis and scientific studies. The combination of advanced technologies for Earth Observation, standards for the use of geospatial information and Software As A Service (SAAS) infrastructures for the use of datasets and analysis tools, can be the key to success for both the processes of disaster management and for scientific analysis. The geoSDI laboratory of the Institute of Methodologies for Environmental Analysis (IMAA) of the National Research Council (CNR) of Italy, center of competence for Spatial Data Infrastructures of the Italian National Civil Protection, has developed a workflow that includes EO products, Open Geospatial Consortium (OGC) standards and geoSDI infrastructure SAAS. It allows the immediate availability of time series and control tools for the reproduction of events. This combination of technologies has been put to the test during the Haiyan typhoon in the Philippines and will also be used in the Sentinel-1 Program, in collaboration with the Institute for Electromagnetic Sensing of the Environment (IREA) of the CNR . Furthermore, the solution was also applied from data derived from ground stations, demonstrating the flexibility of the methodology and infrastructure realized; adaptable to many situations. The origin of the data is not as important as the semantics of the data itself, which have significant characteristics in the time dimension.
Abstract (ITA) In questo elaborato cercherò di articolare il discorso analizzando i risultati raggiunti dal progetto geoSDI del Consiglio Nazionale delle Ricerche che è, ormai, il riferimento tecnologico nella gestione dell’informazione geospaziale a supporto dei sistemi decisionali del Sistema Nazionale di Protezione Civile. Illustrerò i risultati tecnologici raggiunti e cercherò di analizzare la possibilità di rimodulare il modo di utilizzare questa tecnologia, per renderla più “friendly” e quindi alla portata di tutti. Questo sarà fatto analizzando il progetto MITO, del Ministero dell’Università e della Ricerca, che, utilizzando appunto geoSDI come framework di sviluppo, intende creare un nuovo ambiente per la gestione dei risultati della ricerca e per la Long Term Digital Preservation. La ricerca non è soltanto quella nel dominio della tecnologia. Le università coinvolte sono multidisciplinari e, soprattutto, hanno da gestire centinaia di migliaia di soggetti che operano ed hanno culture differenti, conoscenze diverse non per forza specializzate e tecnologicamente avanzate. Sociologi, avvocati, medici, ingegneri, architetti, matematici, storici sono soggetti che, da estrazioni differenti, devono poter gestire, in un modo comune, non solo i risultati della loro ricerca ma ogni singolo passo che li porterà alle proprie pubblicazioni. Non bisogna, infatti, condividere solo i risultati finali ma tutti i singoli pezzi che hanno portato a essi. Gestire i passaggi, i soggetti, i momenti e, quindi, la storia che c’è stata per sintetizzarli. La foto, l’appunto, il meeting, il video insieme a quando è stata scattata, a chi ha scritto, a chi era presente, al luogo in cui è stato filmato. Tutti elementi utili non solo per l’elaborato che si sta scrivendo ma che potranno essere riutilizzati, subito o in seguito, da altri. Analizzare il modo con cui MITO intende riaggregare la tecnologia geoSDI mi darà anche l’opportunità di parlare di come questo impatta sugli aspetti economici e sociali che scaturiscono. MITO deve creare i presupposti per agevolare la costituzione di Start-Up innovative che utilizzino i risultati del progetto e si proiettino sul mercato. La nuova “modalità” tecnologica presuppone altri modelli economici e nuovi modi di organizzare il modello di business che la gestisce. Va anche detto che l’economia guida spesso le scelte e le scelte impattano sul modo con cui si utilizza la tecnologia. Cercherò anche di analizzare i vari aspetti economici e come questi possono influenzare i modelli organizzativi, i servizi erogati e la “configurazione” stessa della nascente Start-Up. Infine, ma senza alcuna pretesa, una piccola riflessione su come possa avvenire il passaggio al livello successivo nel dominio della GEO-ICT 2.0.
Figure 1. Study area consisting of 62 municipalities belonging to the five provinces of the Campania region. Municipal areas are delimited by black contours and filled by DEM (Digital elevation Model) with a spatial resolution of 20m (source -Ministry of the Environment of Italy).  

Figure 3. Bar graph of NDVI_PV values aggregated in different classes.  

Sustainable tourism is a precious resource especially for mountainous and hilly areas of high naturalistic value. If correctly implemented, it can induce positive environmental and socioeconomic impacts on the involved areas. In this context a continuous and accurate monitoring of vegetation can be a precious support both for protecting natural resources and for promoting tourism. This study is inserted in the project ” Ospitalità dei borghi ” , funded by Campania Region (It-aly) for encouraging tourism development in inland hilly and mountainous municipalities. NDVI-MODIS satellite time series (2000-2010) were used to obtain an overall picture of the investigated area in terms of temporal stability of vegetation productivity and a Landsat TM image (August 2011) was analysed for evaluating spatial anomalies of photosynthetic activity. According to our results, the examined natural areas are characterized by a stable distribution of NDVI values with some local increase phenomena in the vegetation activity. In some man managed areas we observe instead slight and confined decreases in photosynthetic activity, presumably due to specific land use practices and local biogeographical contexts rather than to ongoing degradation processes. The good picture emerging from our analysis can be efficiently exploited to publicize the healthiness of the investigated zones and to promote tourism plans and activities. Our approach can be fruitful for evaluating tourism sustainability in valuable and fragile sites generally characterized by inaccessible zones that require expensive and time-consuming field campaigns to be held in check.
Fig. 1. Basic Architecture Schema for HP & HA.  

Fig. 2. Geoportal screen-shot  

Fig. 3. Geo Fusion schema  

Fig. 4. Pseudo Code of Geo Platform Fusion Algorithm  

Fig. 5. Twitter mapping by GeoSDI  

The complexity of planning process exponentially increased during last decades matching together a wide range of instances deriving from the evolution of national and local regulations and laws, an heterogeneous methodological framework, the contribution of technologies and especially the affirmation of web and social communities as relevant dimensions for citizen’ participation. The general increase of data availability strongly forced planning process and today the planner has mainly the task to select, to organize and to share data in order to support decisions at different scales. The technological wide spread, open data, 2.0 approach and social-network interactions generates data continuously. We can affirm that data are everywhere, but how to get good information? It is the case of several open data services by P.A.s distributing numbers of file not fully exploitable by final users. The paper investigates some relevant examples from the Italian case in order to demonstrate the benefits of data territorialisation and the opportunity to use some specific tools developed within an open source framework: Geo Platform by GeoSDI. In particular we refer to the geocoding process translating a physical property address such as for a house, business or landmark into spatial coordinates. Geocoding intelligence implies the overcoming of semantics barriers in data code and the ‘ex-ante’ definition of the specific purpose of spatial application in order to accept variables accuracy levels in the final output. Conclusions regard potential application and methodological recommendation for data coding optimization.
Rete Natura 2000 Basilicata è costituita da 50 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e 17 Zone di Protezione Speciale (ZPS) che complessivamente interessano il 17% della superficie regionale. I SIC e le ZPS lucani, parzialmente sovrapposti ad altre forme di tutela del territorio, rappresentano un rilevante patrimonio ambientale, agricolo e culturale, in cui è necessario coniugare la tutela delle risorse naturali e del paesaggio con le istanze delle popolazioni locali soprattutto in relazione allo sviluppo e al benessere sociale. Il progetto Rete Natura 2000 ha previsto la costituzione di un panel di esperti denominato “Cabina di Regia”, afferenti a 15 istituzioni diverse, con competenze professionali e scientifiche funzionali allo svolgimento dell’attività progettuale: vegetazione, paesaggio, fauna, geologia, agricoltura, foreste, mare, architettura e pianificazione, analisi e rappresentazione territoriale. Durante i 4 anni di progetto, la cabina di regia ha coordinato le attività di oltre 150 professionisti, in prevalenza lucani, che hanno svolto rilievi ed analisi di campo finalizzate alla valutazione delle condizioni ambientali nei SIC e ZPS; all’elaborazione di proposte operative e gestionali; all’allestimento di banche dati tematiche. I piani di gestione, da soli, possono non essere sufficienti ad esprimere una politica ambientale, la quale, per essere efficace, deve essere accompagnata da una attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, cittadini e amministratori locali, sulle istanze di una politica eco-sostenibile e sugli elementi territoriali ed ambientali di maggior pregio. Per questo, alle attività finalizzate alla conoscenza e gestione della Rete Natura 2000 Basilicata . stato affiancato un progetto di comunicazione che vede coinvolti tutti i membri della cabina di regia e numerosi professionisti che hanno partecipato al progetto Rete Natura 2000. Tale progetto prevede la creazione e l’utilizzo di numerosi strumenti (editoria, video, siti web, incontri, concorsi fotografici, social network…) adottati o realizzati in funzione dei diversi target: policy makers (locali, regionali, nazionali, europei), organizzazioni della società civile, cittadini, scuola, aziende agricole, piccole e medie imprese locali (www.natura2000basilicata.it). Ulteriore obiettivo è quello di evidenziare le peculiarità ambientali della Basilicata legate alla specifica e spesso sorprendente integrazione della millenaria presenza umana con le componenti naturali, ed il ruolo che esse esercitano nel mantenimento dei processi e nell’erogazione di servizi ecosistemici (in particolare con le attività agricole). Numerosi siti di Natura 2000 rientrano infatti nelle Aree Agricole ad Alto Valore Naturale (HNVF, sensu Andersen E., 2003), in cui si realizza un rapporto virtuoso tra pratiche agro-silvo-pastorali e ambiente. In questo contesto si coniuga la convergenza tra le attività realizzate su Rete Natura 2000 ed il progetto AGRIVAL (http://utagri.enea.it/projects/agrival), un progetto di ricerca condotto da ENEA in Val d’Agri al fine di contribuire sperimentalmente alla definizione della metodologia per la identificazione delle Aree Agricole ad alto Valore Naturalistico e farle convivere con le altre attività presenti in tale contesto territoriale. Il processo attivato con il progetto Rete Natura 2000 Basilicata rappresenta pertanto un interessante modello metodologico, che in coerenza con la nuova programmazione finanziaria della Comunità Europea 2014-2020 (Bruxelles, 12.12.2011, COMM. 874) mette in sinergia progetti sui temi ambientali per favorire l’incontro delle politiche agricole, ambientali, culturali e produttive, auspicato dall’Europa, rendendo inoltre agevole l’attuazione dei “Prioritized Actions Frameworks” (PAF), indicati dalla Commissione Europea come strumenti ottimali per la gestione della Rete Natura 2000. Basilicata Natura 2000 network consists of 50 Sites of Community Importance (SCI) and 17 Special Protection Zones (SPZs), covering altogether more than 17% of the regional area. This network, partially overlapping other forms of land protection, represents a valuable environmental, agricultural and cultural heritage, in which the safeguard of natural resources and landscapes has to be coupled with the needs of the local population; especially in relation to development and social welfare. The Natura 2000 project involved a panel of experts belonging to 15 different institutions, to form a steering committee with the following professional and scientific skills: vegetation, landscape, fauna, geology, agriculture, forestry, sea, architecture and planning, territorial analysis and representation. Along the 4 years project, the steering committee designed and coordinated the activities of over 150 professionals, mostly from Basilicata, who carried out field surveys and data analysis aimed at assessing the environmental conditions in the SCI and SPZs, proposing measures and plans, implementing thematic databases. SCI/SPZ management plans, by themselves, may not be sufficient to fulfill the requirements of an effective environmental policy, which has to go along with the awareness of people, citizens and local administrators about the instances of a sustainable policy. For this reason, the activities of surveying and management have been coupled with a communication project that involves all the experts and a relevant part of professionals who participated to the Natura 2000 project. The communication activity implies the use and the creation of several tools (publishing, video, websites, meetings, photo contests, social networks …) targeted to different groups: policy makers (local, regional, national, European ), organizations, citizens, schools, farmers, small and medium enterprises (www.natura2000basilicata.it). A further goal is to feature the environmental highlights of Basilicata which are linked to a specific and often surprising integration of an ancient human presence with the natural elements, and the role performed by the traditional farming activities in the maintenance of ecosystem dynamics and services (in particular with agriculture). In fact, a good number of Natura 2000 sites can be considered High Nature Value Farmlands (HNVF, sensu E. Andersen, 2003), in which a virtuous relationship was established a long time ago between traditional practices and the environment itself. In this context, it combines the convergence between the activities carried on the Natura 2000 network and the project Agrival (http://utagri.enea.it/projects/agrival), a research project led by ENEA in Val d’Agri, in order to experimentally contribute to the methodology for the identification of the High Nature Value Farmlands and make them cohabit with the other economic activities in the local context. The process started with the project Basilicata Natura 2000 Network is therefore an interesting methodological model that, in coherence with the financial planning of the European Community for the period 2014-.‐2020 (Brussels, 12.12.2011, COMM. 874) puts together projects on environmental issues to boost the meeting of agricultural, environmental, cultural and productive policies, fostered by the EC, and enhancing the implementation of the “Prioritized Actions Frameworks” (PAF), pointed out by the European Commission as the optimal tools for the management of Natura 2000 networks.
Introduzione : del Prof. Vincenzo Cuomo. La tesi intende affrontare il problema del riordino degli enti coinvolti a livello istituzionale nella produzione di cartografia, da un lato focalizzando tale problema in relazione al quadro europeo, dall’altro analizzandolo anche alla luce delle più recenti evoluzioni tecnologiche. Infatti proprio l’evoluzione tecnologica modifica nella sostanza la questione del problema. Nell’ultimo decennio si sono di fatto aperte nuove frontiere legate a due fattori concomitanti che possiamo così sintetizzare: • il miglioramento della capacità osservativa (da aereo ma soprattutto da satellite) permette di misurare grandezze (e quindi di modellare processi) che fino a ieri erano al di là della nostra capacità osservativa e ciò si traduce contemporaneamente in un enorme aumento dei dati da trattare per estrarre le informazioni d’interesse; • il miglioramento delle capacità informatiche che non solo permette sia di modellizzare in tempo reale processi che in tempi ancora recenti dovevano essere processati on-line, ma anche di gestire contemporaneamente grandi moli di dati su supporti eterogenei Di conseguenza cresce enormemente la qualità dei servizi che è possibile erogare in settori di grande rilevanza come la protezione civile, l’ambiente, la security, la difesa. Tali servizi tipicamente richiedono la capacità d’integrare tra loro grandi moli di dati spesso derivanti da vari programmi. Vi è quindi in Europa una forte co-operazione nella realizzazione di tali servizi, come testimoniato dal Programma Global Monitoring of Environment and Security (GMES) e contestualmente una forte competizione tra le imprese europee per l’erogazione sui mercati non solo europei e internazionali. La mole di dati che vengono oggi acquisiti e che sono necessari per erogare servizi di elevata qualità è tanto elevata da rendere impensabile che essi possono esser concentrati presso un unico detentore: le opportunità offerte dalle tecnologie connesse con l’interoperabilità dei dati spingono a definire architetture modulari e scalabili. I costi già sostenuti fino ad oggi impongono l’esigenza di una full exploitation dei dati, che a sua volta comporta lo sharing dei dati e il riuso. Di conseguenza cresce l’attenzione verso la definizione di standard che rendano possibile l’interoperabilità. La direttiva europea INSPIRE è figlia di questo insieme di esigenze. In generale si compie in questi anni una svolta in cui dalla logica del possesso dei dati si passa alla logica della loro condivisione. Questo passaggio trova un riscontro in sede europea sia a livello normativo (la direttiva INSPIRE) sia a livello industriale (il programma GMES). Il problema del riordino va quindi ad iscriversi in un contesto che vincola l’Italia non solo in relazione al rispetto delle direttive europee, a anche direttamente sul terreno della competitività del sistema paese. A fronte di questo quadro l’evoluzione tecnologica contribuisce a modificare i contenuti di merito del problema anche in relazione ad alcune criticità istituzionali, in quanto la logica della condivisione e della cooperazione applicativa stempera il problema di chi “possiede” i dati, anche perché la logica del possesso diventa un pezzo di un passato prossimo ma definitivamente superato. In attesa di un riordino istituzionale, diviene possibile un riordino nel modo di operare, in cui già possono prefigurarsi best practice che prefigurano il futuro. Oggetto della tesi è quindi la discussione del riordino nel contesto nazionale ed internazionale con l’obiettivo di evidenziare le novità che lo sviluppo tecnologico ha introdotto, presentandone anche alcuni contenuti di merito. Prof. Vincenzo Cuomo Direttore CNR IMAA Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale